Ivan Milat

Per la rubrica sui serial killer, oggi parleremo di IVAN MILAT.

Ivan Milat

Ivan Milat, nato a Guildford il 27 dicembre del 1944, è stato un serial killer australiano, arrestato e condannato negli anni novanta per 7 omicidi. Lo soprannominarono Backpacker Killer o Backpacker Murderer, siccome assassinò una serie di saccopelisti.

Il serial killer dei saccopelisti potrebbe avere assassinato fino a 37 persone e in questo caso sarebbe il serial killer più prolifico della storia australiana. I suoi delitti ispirarono i film horror Wolf Creek, Wolf Creek 2, la serie televisiva intitolata Wolf Creek e una miniserie di due episodi intitolata Catching Milat, basata sul libro Sins of the brother di Mark Whittaker e Les Kennedy.

Chi era Ivan Milat

Ivan Milat era il quinto figlio su quattordici di un emigrante croato e un’australiana che si sposò quando aveva 16 anni. Ivan Milat mostrò un comportamento antisociale in giovane età e già a 17 anni finì in un centro di detenzione minorile per furto. Col trascorrere degli anni lo arrestarono più volte per furto, in pratica fece dentro e fuori dalla prigione, fin quando fu accusato del rapimento di due autostoppisti di 18 anni e dello stupro di uno di loro.

Iniziò a lavorare come camionista nel 1975 e incontrò una ragazza di 16 anni incinta di suo cugino. Si sposarono nel 1983 e oltre a crescere il figlio di suo cugino, ebbe una figlia tutta sua. Tuttavia, lei lo lasciò nel 1987 per violenza domestica e divorziarono nell’ottobre 1989.

Il serial killer Ivan Milat

Nei primi anni novanta, nella foresta di stato di Belanglo iniziarono a scomparire alcuni saccopelisti, ma nessuno ipotizzò che si aggirasse un temibile serial killer che in futuro soprannomineranno The Backpacker Killer.

Le sue vittime erano tutti giovani saccopelisti in vacanza che Ivan Milat, lavorando come operaio sulle strade australiane, aveva incontrato mentre facevano autostop. Si tratta degli australiani Deborah EveristJames Gibson, entrambi di 19 anni, i tedeschi Simone Schmidl (21 anni), Anja Habschied (20 anni) e Gabor Neugebauer (21 anni), le britanniche Joanne Walters (22 anni) e Caroline Clarke (21 anni).

I loro cadaveri furono ritrovati tra il settembre del 1992 e il novembre del 1993 nel parco di Belanglo (che si trova nel Nuovo Galles del Sud tra Sydney e Canberra) coperti soltanto con rami e foglie. Gli omicidi del serial killer dei saccopelisti furono molto violenti, infatti, una delle vittime fu decapitata e un’altra colpita alla testa con un’arma da fuoco per ben 10 volte. L’esame dei resti ha dimostrato che alcune vittime sono state torturate e non sono morte all’istante per le loro ferite.

Il termine backpacker murders si riferisce soltanto ai 7 omicidi per cui è stato condannato, ma si crede che possa averne commessi fino a un totale di 37, diventando il serial killer più prolifico della storia australiana.

La fine del serial killer

Gli inquirenti si erano messi all’opera per stanare l’autore degli omicidi del sacco a pelo e soltanto nel febbraio del 1994 si ebbe una volta nelle indagini, quando una ventenne, ascoltando le notizie dei ritrovamenti dei cadaveri, si presentò alla polizia di Sidney e dichiarò che nel gennaio del 1990 un uomo le aveva offerto un passaggio che lei aveva accettato.

Quando aveva notato che l’uomo si comportasse in maniera morbosa e molto da brividi horror, lo costrinse a fermare la macchina e scappò verso il centro abitato. L’uomo era poi sceso dalla macchina e le aveva sparato 3 volte, senza però riuscire a colpirla. Pochi giorni dopo si fece avanti un secondo testimone, il turista e saccopelista Cipolle Paolo, il quale disse alla polizia che nel 1990 aveva accettato un passaggio da un autista nella stessa area e che dopo avere adocchiato una pistola nel cruscotto era scappato.

Entrambi i testimoni non riuscirono a identificare il serial killer dei saccopelisti, ma fornirono il modello della macchina in cui erano saliti. Grazie a ciò, quando gli inquirenti scoprirono che un certo Ivan Milat aveva venduto recentemente una Nissan Patrol a quattro ruote motrici d’argento, proprio quella nei racconti dei testimoni, allora si sbrigarono ad arrestarlo e perquisirono la sua abitazione, dove trovarono un fucile calibro 22 che corrispondeva a quello utilizzato negli omicidi e molti oggetti personali appartenenti alle vittime identificate.

Nel luglio del 1996, il Backpacker Killer fu dichiarato colpevole di tutti i capi di accusa e condannato a 7 ergastoli, uno per ciascuna delle sue vittime. Ovviamente, come già anticipato, si presume che avesse assassinato circa 37 persone.

Ivan Milat, il responsabile degli omicidi del sacco a pelo, continuò a dichiararsi innocente. Per protesta, nel gennaio del 2009 si amputò il mignolo della mano sinistra con un coltello di plastica, mentre nel 2011 fece uno sciopero della fame per farsi portare in cella una PlayStation, arrivando a perdere ben 25 kg.

Il serial killer dei saccopelisti è morto il 27 ottobre del 2019, a 74 anni, per un cancro all’esofago e allo stomaco.

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